Be sweet, be a Mother

Crescere i figli… tra alto contatto ed ironia


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Mamme che risparmiano

Immagine di Mauro Quercia

Immagine di Mauro Quercia

La maggioranza di voi si chiederà il perché di una sezione dedicata al risparmio, che apparentemente con il blog non c’entra proprio nulla…

Eh, apparentemente!

Quando una mamma ed un papà decidono di crescere i figli nell’ottica dell’alto contatto uno dei problemi principali consiste nel tempo che si può loro dedicare.

L’alto contatto infatti, per definizione, prevede che si passi, se non tutto, la maggior parte del proprio tempo con la prole.

Certamente non è una regola Continua a leggere


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Ma questo “alto contatto”… Cos’è?!

Stamattina è mattinata di pensieri molto profondi.

Mi interrogo spesso sul mio modo di essere madre, sono “una mamma ad alto contatto” e non so quanti di voi sappiano che cosa significhi.

Nel senso stretto della definizione le mamme ad alto contatto sono quelle che allattano a lungo, che dormono con i propri figli, che non alzano mai le mani e poco anche la voce (non dico mai perché siamo passibili di errore come tutti, naturalmente).

Sono quelle che perdono ore a spiegare e rispiegare le motivazioni di ogni azione, decisione e comportamento per far capire ai propri figli che cosa è giusto e che cosa è sbagliato, perché è giusto o sbagliato, che cosa conta e che cosa no.

Quelle a cui non escono mai dalla bocca frasi tipo “Perché lo dico io!”.

Sono quelle che nella maggioranza dei casi sentirete definire come “troppo permissive” perché permettono ai figli di rotolarsi nella terra, di dipingere sui muri di casa e di urlare la propria rabbia.

Io non ero così e quasi nessuno dove vivo è così, ho letto molto, mi sono dovuta “ristrutturare”, ho lottato con chi educa con me il mio bambino perché adottasse  questo stesso tipo di approccio.

E’ un modo di crescere i figli che spesso fa sentire spaesati, perché, come dicevo, mancano degli esempi concreti da seguire; proprio stamattina in un gruppo di genitori che hanno scelto questo stile di maternage ci davamo pacche sulla spalla l’una con l’altra perché condividiamo  pienamente le titubanze di un approccio che abbiamo solo letto e mai sperimentato nel risultato e abbiamo spesso paura di ritrovarci con adolescenti e poi adulti  senza regole e senza limiti; ci sono giorni in cui vedo alcuni comportamenti di Simone che mi fanno pensare di aver sbagliato tutto, poi in realtà noto anche moltissimi atteggiamenti maturi, un’interiorizzazione delle buone pratiche (anche se ovviamente non sempre riesce a trasformare l’acquisito in attuato, ma nemmeno noi, no??) e che chi educa in modo impositivo ha risultati ben peggiori (cosa che non farei comunque, ma che serve da rimbalzo quando qualcuno mi dice che “chiudo troppo gli occhi”).

Non molto tempo fa le mie amiche (senza figli e che se ne guardano bene) hanno passato la domenica da noi e ad un certo punto mi hanno detto “Comunque tuo figlio è proprio bravo, mio nipote/vicino/cugino invece…”…

Lasciate passare il termine “Bravo” (dovrei aprire un intero capitolo sul significato che certe parole assumono se dette ai bambini), ma è per dire che spesso la paura di sbagliare e di non sapere in realtà “cosa ne verrà fuori” ci fanno sembrare le giornate nere più importanti di quel che sono e appannano il buono che stiamo ottenendo.

Per pura fortuna e casualità mi sono imbattuta nel video di un uomo che pare proprio essere stato allevato come io sto cercando di fare.

Guardate il video, guardate i risultati.

I bambini di oggi sono gli uomini di domani, e sono nelle nostre mani.

Memento.

Se volete incontrare “realmente”, e non solo dietro al pc, altri genitori ad alto contatto abbiamo  fondato questo gruppo 🙂