Be sweet, be a Mother

Crescere i figli… tra alto contatto ed ironia


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Maternità  e lavoro. Io mi sono reinventata, e voi?

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“Michela, giovane mamma, ci racconta come con la maternità  sia riuscita a trasformare il suo lavoro e a fare ciò che ha sempre desiderato…”

leggi l’articolo su Oasi delle Mamme


1 Commento

Missin’ my job

Mio marito dice “Eh, ma dovresti scrivere ogni giorno sul blog!”…
Eh, mi piacerebbe essere una delle tipe di “Donnavventura” che ne hanno sempre una da raccontare, ma la disarmante verità è che la vita con un neonato è piatta e monotona come una minestrina d’ospedale…
E infatti, nonostante un discreto istinto materno che sta emergendo con prepotenza, non vedo l’ora di tornare al lavoro… Solo che Gengio ha bisogno di me (se sto via due ragionevolissime ore perdendomi tra gli scaffali dell’Esselunga, la chiamata di mia suocera perchè il bambino piange è la prassi, e lei non ha colpa, ma Patatino dopo un pò che non mi vede intorno… Scemo non è!) ed io ho bisogno di sapere che lui sta bene, anzi che lui è accudito COME LO FAREI IO, e, scusate la presunzione, nessuno può farlo (foss’anche solo perchè io ho le tette col latte) (ma non è solo questo…).
E quindi sto qua: poppare, cambiare, giocare, cantare, addormentare…
Apprezzo i sorrisi, le risate sganasciate, lui che si guarda compiaciuto i piedini, lui che manda i bacini, che gorgheggia, che appoggia la testina stanca tra le mie braccia… Questo è bellissimo, chi lo nega?
Solo che poi hai bisogno anche di staccare, di fare due parole con un adulto e di sentirti produttiva nel vero senso della parola…
Ed ho il tremendo sospetto che tornerò al lavoro proprio quando tutto questo diventerà più facile e divertente: Gengio comincerà a camminare, a parlare, a giocare da solo, a mangiare ad orari ragionevoli (magari anche a dormire?? Sì??)…
Ingiustizia.