Be sweet, be a Mother

Crescere i figli… tra alto contatto ed ironia

“Sei una mamma senza polso.” Ma vaffanculo, va.

37 commenti

consigli non richiesti

Danno dei mitra gratis contro chi predica basso contatto, aggravato dal “a vanvera”, aggravato ulteriormente dal fatto che sono consigli assolutamente non richiesti?

Ho ritirato Simone da un corso, e mi sono sentita dire che “non ho polso” sia da una responsabile che dalla receptionist, per dire (la receptionist! Lo giuro!! Non sapevo le prendessero laureate in pedagogia!! Ah, dite di no?! Eppure sembrava dar fiato alla bocca con aria altezzosa e sicura di sé… MAH!).

Ho provato ad invogliarlo e rassicurarlo, ma era semplicemente disperato all’idea che invece di fare l’attività con me sarebbe stato con una sconosciuta, ed io, madre morbosa senza polso, dopo poco me lo sono preso in braccio portandolo via e chiedendogli scusa.

Dal loro punto di vista probabilmente me la sarei dovuta filare al bar a prendermi un caffè.

La chicca migliore è stata:

“Amore, come mai piangi?! (in braccio a me)”

Simone: “Voglio andare a casa”

“Eh no! Adesso sei qui e non vai via finché non vanno gli altri!”

SCUSA?! Fino a prova contraria mio figlio esce da qui all’istante dopo aver tastato il tuo grado di sensibilità, ma figurati!

Lo decido IO, quando esce MIO figlio, bellezza!

Tu torna pure a fare la guardia ad Alcatraz, che mi pare ti trovassi bene.

Comunque invece la sua “signorina istruttrice” era brava, per spezzare una lancia a favore…

La scorsa volta (questa sarebbe stata la seconda lezione) lo aveva coinvolto subito e si era divertito tantissimo…

Dal canto mio l’ho iscritto perché ha voluto lui, aveva visto i bimbi fare i corsi quando andavamo insieme… Forse non aveva ben capito la dinamica, ovvero che le mamme uscivano e che la signorina era una sconosciuta… Io glielo avevo spiegato, ma forse lui si è sopravvalutato…

In ogni caso non lo vivo come un fallimento, né mio né suo (del sistema? Eh, del sistema un po’ sì… Io penso che basti un po’ di elasticità, un minimo di ambientazione iniziale insieme ai genitori, un’ occhio di riguardo per i bambini che sono più diffidenti… Chiedo troppo?!)

Sono contenta che Simone abbia manifestato disagio in una situazione che lo rendeva insicuro in modo che io potessi “soccorrerlo” e trovo del tutto normale che il suo istinto abbia percepito come potenzialmente pericoloso un distacco di quel tipo, affidandosi ad un iceberg ed una sconosciuta.

Sono contenta anche perché ho insegnato a mio figlio che si può cambiare idea, che le decisioni non sono condanne a vita, che si può tornare indietro. 

Potrebbe sembrare che non lasci mai senza il mio supporto mio figlio, né “da solo” in nessun posto dove non voglia rimanere, non è così.

Sono rientrata al lavoro che aveva otto mesi, è rimasto a casa con i nonni e non ha fatto una piega; ha iniziato lo scorso anno la scuola materna e non ha fatto una piega; a volte mi è capitato di ricorrere ad una mia amica (causa impossibilità dei nonni), che chiaramente frequentiamo spesso, e non ha fatto una piega… Insomma non è il distacco da me il problema.

Qual è stato il problema? Un misto di cose immagino: un ambiente che conosce poco, un’istruttrice che non conosce affatto ed un po’ insistente, una responsabile con dei modi inadeguati, la stanchezza della giornata passata all’asilo (ancora non si è abituato a fare a meno del riposo)…

Sicuramente ho fatto il passo più lungo della gamba non considerando tutti questi fattori!

Mi sono lasciata trasportare dall’idea che lui volesse farlo, l’ho fatto provare, non è andata, pazienza!

Non ci sarebbe stato nessun post se non fossi inciampata in persone che di fronte al mio “Pazienza!” hanno reagito giudicandomi come madre…

Come ogni mamma conosco i limiti del mio bambino, non lo tengo sotto una campana di vetro, ma nemmeno lo do in pasto ai leoni, è il mio compito. 🙂

Non lasciatevi traviare da chi vi giudica, da chi vi critica, da chi pensa che con questa “fissa” dell’empatia e dell’alto contatto stiate crescendo dei “mollaccioni”… State crescendo dei figli che sanno di poter contare sulle persone che amano, punto.

A questo punto credo sia opportuno fare dei distinguo: attività “necessarie” (come la scuola, nel nostro caso perché lavoriamo entrambi, ma non sono contraria all’homeschooling ben fatto) Vs. attività di svago e luoghi in cui si hanno relazioni valide Vs luoghi in cui non se ne hanno…

Ad onor del vero l’idea mia e dell’istruttrice era di rinunciare a quella lezione e ritentare la prossima, come dicevo gran parte della reazione è stata dovuta anche alla stanchezza, poi è subentrata la figlia del Duce e lì ho deciso che no, non era il posto per lui.

Se mio figlio invece non vuole andare a scuola, ma so che si trova bene, che ha una maestra empatica ed accogliente, gli spiego che lo capisco, ma che è necessario (lui si oppone e a me si spezza il cuore, che è di burro 😛 ), che anche io faccio fatica ad andare al lavoro, ma che quando sono là mi piace e via così…

Non ritiro mio figlio da ogni posto in cui non si trova bene, semplicemente anche per il fatto che non mi è possibile! Ma questo corso doveva essere un divertimento, se non lo è, perché costringerlo?

Io penso che al dolore ed alla frustrazione non ci sia allenamento e non ci si adatti mai, semplicemente si smette di combattere e di dimostrarli, ma si accumulano…

Capiterà (capita già) che ci siano situazioni che deve accettare honoris causa, questa non era una di quelle.

Non sempre abbiamo una scelta, ma quando l’abbiamo anche noi adulti tendiamo ad optare per ciò che ci farà stare bene… Faccio un esempio in soldoni: se non ci troviamo bene nel nostro posto di lavoro che facciamo? Ci diciamo “Mi devo adattare, mi abituerò”? Non so voi, ma io inizio a mandare curriculum a raffica! 🙂

Insomma, anche in questo caso non esiste la ricetta universalmente valida, esistono varie situazioni con varie soluzioni, che non contemplano però, per quel che mi riguarda, far star male un bambino in nome di sterili regole.

P.S. La prima pubblicazione del post era uscita di botto sull’onda di rabbia e risentimento, ci ho rimesso mano, per essere più chiara ed evitare travisamenti grazie a momfrancesca, per questo motivo trovate alcuni pezzi del testo ripetuti nei commenti 🙂
Ho cercato di rendere il tutto più comprensibile, soprattutto perché è comune sovrapporre “alto contatto” con “campana di vetro”, “permissivismo” e “non avrai altro Dio al di fuori di me” 😛 E sicuramente non è questo il mio intento 🙂

 

Autore: Michela

Mamma ad alto contatto, laureata in psicologia dell'età evolutiva, vegana, filorientale. Nel mio blog parlo di maternità, di risparmio e della scelta vegan. Con ironia!

37 thoughts on ““Sei una mamma senza polso.” Ma vaffanculo, va.

  1. Sei una grande donna e soprattutto una grande mamma!!

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    • Non lo so, Francesca, credo che il 90% delle mamme che leggeranno questo post (si sa, siamo una minoranza -.-‘) penserà che in effetti, sì, sono senza polso. La verità è che non condividiamo gli stessi valori educativi: per me parole come “indipendenza” e sinonimi, specialmente se forzati, a quest’età hanno poco senso. Mio figlio fa già tante cose “forzate”, lo impone la vita: si alza a tal’ora, va a scuola perché alternative non ne abbiamo, segue le regole sociali come non offendere e non picchiare quando l’istinto lo farebbe, rinuncia a piaceri in nome di esigenze di altri… Insomma, questo doveva essere un hobby, è diventato uno strazio, e io “passo”. Si sarebbe abituato? Ma sì, si sarebbe (forse) abituato. Ne avrebbe giovato? Penso proprio di no, penso proprio che l’unico messaggio che avrei passato sarebbe stato “avevo bisogno di mia madre e lei non mi ha ascoltato” e onestamente non ne vale la pena.

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  2. D’accordo con te al 100%. Chiamami pure minoranza ma io quelle che “ma secondo te al nido devo fare l’inserimento di due settimane!! Ma siamo fuori?!” gli ricorderei gentilmente che il figlio è il loro e i pacchi postali hanno altre forme.
    Diventare genitore non è mica una legge, puoi anche essere “libero” tutta la vita se credi. Se diventi mamma o papà, hai il dovere di ascoltare, fare e dare il meglio per tuo figlio. Non ci sono cazzi, ehm perdono, scuse.

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  3. Non credo sia mancanza di polso, non è questo il caso in cui si vede se una mamma ha polso o meno. Posto che le persone con cui avete, sfortunatamente, avuto a che fare siano scortesi e poco adatte ai ruoli che ricoprono, vorrei esprimere la mia idea. Hai fatto bene a non lasciare tuo figlio da solo con estranei. Voglio farti una domanda, senza polemiche, ma vorrei capire meglio l’approccio che usi. Tuo figlio ha 4 anni, a che età pensi sia giusto iniziare a lasciarlo da solo in qualche luogo, senza di te?

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    • Ciao Francesca, la decisione è stata dovuta proprio al fatto che mio figlio sta già da tempo in molti luoghi senza di me! E senza avere mai avuto il minimo problema! Io sono rientrata al lavoro che aveva otto mesi, è rimasto a casa con i nonni e non ha fatto una piega; ha iniziato lo scorso anno la scuola materna e non ha fatto una piega; a volte mi è capitato di ricorrere ad una mia amica (causa impossibilità dei nonni), che chiaramente frequentiamo spesso, e non ha fatto una piega… Insomma non è il distacco da me il problema… Qual è stato il problema? Un misto di cose immagino: un ambiente che conosce poco, un’istruttrice che non conosce affatto ed un po’ insistente, una responsabile con dei modi inadeguati, la stanchezza della giornata passata all’asilo (ancora non si è abituato a fare a meno del riposo)… Sicuramente ho fatto il passo più lungo della gamba non considerando tutti questi fattori! Mi sono lasciata trasportare dall’idea che lui volesse farlo, l’ho fatto provare, non è andata, pazienza! Non ci sarebbe stato nessun post se non fossi inciampata in persone che di fronte al mio “Pazienza!” hanno reagito nel modo che hai letto… Come ogni madre conosco i limiti del mio bambino, non lo tengo sotto una campana di vetro, ma nemmeno lo do in pasto ai leoni, è il mio compito. 🙂

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      • Grazie dell’accurata risposta. Capisco, quindi, che non sia la prima volta che sta “da solo”. Ripeto, hai fatto bene, è sciocco fargli fare un’attività in un ambiente che non lo aggrada. Vorrei farti un’altra domanda: se succedesse una cosa simile con l’inizio della scuola? Poniamo il caso che tuo figlio si oppone verbalmente, che non vuole entrare a scuola e rimanere con la maestra, come ti comporteresti? È una situazione che quasi obbligatoriamente dovrà affrontare.

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      • Assolutamente sì! Abbiamo avuto, come tutti, dei periodi di “stanca” alla scuola materna (proprio poco sotto c’è il post “Non voglio andare all’asilo” !); ma l’inserimento c’è stato e non abbiamo avuto problemi, la scuola è stata scelta e avevamo un feedback dalla maestra, quindi credo che sia fondamentale fare dei distinguo: attività “necessarie” (nel nostro caso perché lavoriamo entrambi, ma non sono contraria all’homeschooling ben fatto) e attività di svago, e luoghi in cui si hanno relazioni valide Vs luoghi in cui non se ne hanno… Ad onor del vero l’idea mia e dell’istruttrice era di rinunciare a quella lezione e ritentare la prossima, come dicevo gran parte della reazione è stata dovuta anche alla stanchezza, poi è subentrata la figlia del Duce e lì ho deciso che no, non era il posto per lui. Se mio figlio non vuole andare a scuola, ma so che si trova bene, che ha una maestra empatica ed accogliente, gli spiego che lo capisco, ma che è necessario (lui si oppone e a me si spezza il cuore, che è di burro :P), che anche io faccio fatica ad andare al lavoro, ma che quando sono là mi piace e via così… Insomma, sono due situazioni molto diverse!
        P.S. I tuoi commenti mi fanno capire che non è chiaro come la penso, in effetti il post è uscito di botto sull’onda di rabbia e risentimento, ci rimetto mano! Grazie 🙂

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      • Credo di non aver avuto ancora modo di leggere il tuo trascorso, il post in sé mi ha fatto capire che tuo figlio non lo lasci mai da solo, né da solo in nessun posto dove non voglia rimanere. Poi dal tuo commento ho capito che non è così. Ti ho fatto la domanda della scuola perché so che appunto esiste l’homeschooling, e siccome ti definisci madre al alto contatto, ero curiosa di capire il tuo approccio verso il tuo cucciolo. Faccio spesso tante domande quando mi interessa o non mi è chiaro qualcosa 🙂
        Grazie a te per le gentili risposte.

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      • Figurati, sto cercando di rendere il tutto più comprensibile, soprattutto perché è comune sovrapporre “alto contatto” con “campana di vetro”, “permissivismo” e “non avrai altro Dio al di fuori di me” 😛 E sicuramente non è questo il mio intento 🙂

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      • Ti confesso che, appena lessi quella scritta, pensai a campana di vetro. Però, per fortuna, sono una persona curiosa e mi piace capire e comprendere le dinamiche delle diverse situazioni e di varie persone. È giusto quello che stai facendo, complimenti.

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      • Ecco, beccata! Ahahahah 🙂
        Paradossalmente conosco mamme che non hanno il mio stile di maternage e riescono ad essere lo stesso soffocanti, ingombranti e castranti…
        Dio ce ne liberi.
        Per quel che riguarda l'”alto contatto”, come in ogni cosa, esistono persone che alimentano il pregiudizio, persone che non hanno capito cosa sia pur dichiarando di aderirvi come ad una religione e persone che lo hanno capito ma lo applicano nel modo sbagliato… Santa pazienza… (io lo avrò capito?! Mah, spero di sì!)
        Ci stiamo lavorando! 🙂
        P.S. Se non ti dispiace ti ho citata nel finale dell’articolo 🙂

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      • Ahah è vero, mi hai beccata. Capisco, sono differenze che magari alcune madri non riescono o non vogliono vedere. Io apprezzo moltissimo chi fa autocritica sul modo di comportarsi, ma proprio, non altrui ovviamente. Tu stai facendo tutto il possibile per tuo figlio, e questo fa di te una splendida mamma, i risultati ti daranno ragione.
        Certo, non c’è problema per la citazione, anzi. Grazie, ti auguro una splendida domenica.

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      • Altrettanto e grazie di nuovo! Un bel confronto costruttivo! 😀

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  4. Su questa discussione mi trovi ancora incerta. A volte (spesso) decido che mia figlia deve fare una cosa e rimango fedele all’idea fino alla fine anche se a lei non va e mi dico che troverà la sua strategia per farsela andare bene. Così facendo credo di rafforzare la sua capacità di adattarsi. Allo stesso tempo però sono assalita dai dubbi, del tipo ‘è davvero necessario costringerla a fare quella cosa?’ piuttosto che ‘è utile che io mi impunti per farle andare bene una mia volontà?’..
    Quello che ho imparato a fare però è di fregarmene altamente delle reazioni altrui…Non devo spiegazioni a nessuno se non a mia figlia e a volte divento anche villana se qualcuno (receptionist di turno!) crede di saperla più lunga di me!

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    • Ci sono tante cose nella vita che dobbiamo fare per forza, non ritiro mio figlio da ogni posto in cui non si trova bene, semplicemente anche per il fatto che non mi è possibile! Ma questo corso doveva essere un divertimento, se non lo è, perché costringerlo? Io penso che al dolore ed alla frustrazione non ci sia allenamento e non ci si adatti mai, semplicemente si smette di combattere e di dimostrarli, ma si accumulano… Capiterà (capita già) che ci siano situazioni che deve accettare honoris causa, questa non era una di quelle. Non sempre abbiamo una scelta, ma quando l’abbiamo anche noi adulti tendiamo ad optare per ciò che ci farà stare bene… Faccio un esempio in soldoni: se non ci troviamo bene nel nostro posto di lavoro che facciamo? Ci diciamo “Mi devo adattare, mi abituerò”? Non so voi, ma io inizio a mandare curriculum a raffica! 🙂

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  5. Cavolo! Allora nn sono sola. Anche x me la parola “forzare” a 3 anni per una cosa che dovrebbe essere piacevole nn esiste assolutamente. Il mio primo bimbo (3 anni) nn è un tipo che si lancia. È molto prudente in tutto e spesso m sono chiesta se fosse meglio forzarlo un pò. Ma poi m fermo a riflettere e vedo che sarebbe innanzitutto contro la mia natura e che seguendo il mio e il suo istinto nn siamo cascati male. Lui è un bimbo sereno e felice, sa che io e il suo papà c siamo e siamo con lui.

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    • Non sei affatto sola Eli! “Lui è un bimbo sereno e felice, sa che io e il suo papà ci siamo e siamo con lui.”, ecco, idem con patate per Simone ❤ A volte si confonde l'empatia con l'essere iperprotettivi, ma si tratta, appunto, di confusione.

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  6. Hai fatto bene! 🙂 Sottolinierei anche un altro profilo: credo che ai bambini faccia molto bene vedere dei genitori decisi e determinati nel prendere decisioni. Sei stata d’esempio per il tuo piccolo. Fagli vedere qualche sport in tv, magari preferisce fare altro!
    In una famiglia di fisssati per il calcio, un mio cuginetto è diventato pallanuotista quasi professionista ;D chi l’avrebbe mai detto… baci!

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    • Dici? Ho visto mamme di bambini disperati prendersi serenamente il caffè al bar… Contente loro, contenti tutti! Io non ci sarei mai riuscita, il mio star bene dipende dallo star bene di mio figlio, non posso farci nulla!
      Certo forse qualche mamma dubbiosa attaccata al vetro l’ho vista… Ma non so cosa pensassero… Spero abbia ragione tu!

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  7. noi abbiamo fatto la priama lezione martedì. Avevo paura perchè al contrario tuo avevo insistito io per farglielo provare. Invece è andato alla grande. C’era un bambino invece che poretto non voleva entrare. Tra un’istruttrice e i nonni non gli hanno dato tregua! Ma non è meglio evitare che gli venga la fobia dell’acqua?

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  8. Scusa, come fai a dedurre che la receptionist e l’istruttrice non avessero figli? Solo perche’ ti hanno detto che non hai polso?

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  9. grande Michy! io penso sempre che le persone che fanno commenti di questo tipo non abbiano le competenze per capire che l’alto contatto e tutto ciò che ne deriva abbiano proprio l’effetto di aiutare i figli ad essere poi un giorno adulti sicuri di sé, indipendenti, autonomi e con grande fiducia in se stessi…purtroppo per molta gente sembra che l’effetto sia contrario, ma come glielo puoi spiegare se proprio non hanno le basi per poter comprendere un concetto del genere?! a me spiace solo per loro e dunque cerco di non incazzarmi più..

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  10. Io invece direi che di polso ne hai parecchio…ma dove serve davvero!!!nn ti sei lasciata condizionare dalla “”educatrice””….sei andata decisa…a casa!!!continua cosi!!!

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  11. Non sono ancora mamma (ma figlia di una maestra, la mia delle elementari..) ma la penso come te. I genitori devono insegnare ai figli che “il loro lavoro” per il momento é comportarsi bene e anche se una cosa nn ti piace, ma si deve fare, la si fa senza tanti capricci, trovando qualche stimolo positivo (e si trova eccome). Nello stesso momento, bisogna anche valutare questo aspetto… Oltre ad esserci una manica di incompetenti tra gli insegnanti per quanto riguarda l’insegnamento del comportamento… Alcuni hanno perso autorevolezza grazie a genitori che scusano sempre e comunque i bambini, nonostante svolgano il lavoro al meglio. Questo perché è più facile “scaricare” l’onere dell’educazione sui docenti, anziché farlo in prima persona… Come dice un vecchio proverbio: La verità sta nel mezzo! Un abbraccio a tutte le mamme😊

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